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B Engineering Edonis

B Engineering Edonis, gemella diversa della Bugatti EB 110

Progettata dagli stessi uomini e con lo stesso telaio e molte altre componenti in comune con la Bugatti EB 110, la B Engineering Edonis è una delle molte incompiute del panorama delle supercar. Relativamente semplificata a livello meccanico (2 turbo anziché 4 e trazione posteriore invece di integrale), rispetto alla vettura da cui deriva, sfiorò i 360 km/h sulla pista di Nardò.

La storia della B Engineering Edonis è inevitabilmente legata a doppio filo a quella della Bugatti EB 110 di cui è stata raccontata in parte la storia in questo articolo, Bugatti Centodieci: 10 esemplari da 9.7 milioni di $ l’uno. Dopo il fallimento dell’azienda guidata da Romano Artioli, progetti e componenti della vettura passarono di mano, in parte alla tedesca Dauer ed in parte alla neonata B Engineering.

Quest’ultima era una azienda fondata da Jean Marc Borel ed alcuni altri ex-dipendenti Bugatti e che si avvalse della collaborazione di Nicola Materazzi. Forte di una esperienza di livello assoluto in Osella, Lancia, Abarth e Ferrari (può essere considerato il papà della 288 GTO e della F40, oltre che di alcuni dei primi motori turbo di F1 del cavallino), l’ingegnere salernitano si mise al lavoro sui progetti della EB 110 per realizzare una nuova vettura.

B Engineering Edonis: gemella diversa della Bugatti EB 110 SS

Quell’auto era la B Engineering Edonis, sviluppata da Materazzi con la collaborazione, tra gli altri, di Loris Bicocchi. La base di partenza fu la versione SS proprio della EB 110, dal momento che nel “pacchetto” ex-Bugatti c’erano una ventina di scocche in fibra di carbonio della supercar di Artioli. Anche sul piano meccanico vennero apportati sostanziali cambiamenti.

Si passò infatti da una soluzione che impiegava quattro turbocompressori, rimasti il marchio di fabbrica Bugatti a due soli. La cilindrata salì da 3.5 litri a 3760 cc ma, nonostante questo, la potenza crebbe da 610 a 700 cavalli. Un’altra rinuncia, fatta non tanto nel nome del contenimento dei costi, quanto piuttosto di quello del peso, fu l’adozione di una trasmissione sulle sole ruote posteriori in luogo dell’originaria a quattro ruote motrici.

Il risultato di tutto questo fu una vettura che, complice la mancanza della trazione integrale, nello scatto da 0 a 100 km/h era lievemente meno rapida (3.9 sec) della EB 110 (3.5 sec), ma capace di una velocità massima più elevata. L’obiettivo era quello di realizzare una auto in grado di viaggiare a 100 m/s, vale a dire 360 km/h.

Materazzi e del suo gruppo di lavoro arrivarono ad un soffio da quel risultato, dal momento che durante un test a Nardò, la B Engineering Edonis arrivo a 359,6 km/h. Ma le cose erano destinate a non andare diversamente dalla Bugatti di Artioli. Esposta in diversi saloni dell’auto, la vettura sparì dai radar a metà degli anni Duemila.

B Engineering Edonis: una meravigliosa incompiuta

Ricomparve soltanto nel 2018 quando, la Casil Motors, acquisì progetti e diritti, con l’intenzione di produrre la Edonis in due diversi body kit, Fenice e Rinascita, in 15 esemplari, corrispondenti al numero di telai ancora esistenti. Per prenotare la vettura occorreva versare una caparra, ma nemmeno quello bastò a trasformare l’auto da prototipo (pur se realizzato in qualche esemplare) a prodotto “di serie”.

Oggi la Casil Motors non ha nemmeno un sito Internet funzionante e la sua unica presenza in Rete è un account Instagram con soltanto 549 follower e l’ultimo post datato agosto 2018. Non si può dire sia andata meglio alla B Engineering, anch’essa scomparsa, così come le speranze di vedere concretizzarsi il progetto di Materazzi.

b engineering edonis

Ironia della sorte vuole che, all’epoca, una vettura simile avrebbe rappresentato l’eccellenza assoluta in campo automobilistico, mentre oggi, molto probabilmente, accuserebbe pesantemente i segni del tempo, a cominciare dall’aspetto performance che, al tempo in cui la B Engineering Edonis fu concepita, ne rappresentava uno dei punti di forza.

Restano gli esemplari di pre-serie, di cui si sono peraltro perse le tracce e sui cui aleggia il solito mistero sui numeri, come sempre avviene in questi casi. Secondo alcuni sono 3, i prototipi allestiti, altri sostengono siano 4 ed altri ancora 6. La verità sembra non conoscerla nessuno ma, quello che è certo è che le B Engineering Edonis esistenti hanno un valore inestimabile, anche se, probabilmente, non sono omologate per poter circolare su strada. Un vero peccato.

Gianluca Salina

Gianluca Salina

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